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dai GIORNALI di OGGI

 

il cancelliere merkel: "trattative ad una fase decisiva"

Opel: nessuno stabilimento sarà chiuso in Germania

Secondo la Bild lo avrebbe assicurato l'ad di Fiat Marchionne al governatore del Land Nord Reno-Vestfalia

2009-05-18

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Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-05-18

il cancelliere merkel: "trattative ad una fase decisiva"

Opel: nessuno stabilimento

sarà chiuso in Germania

Secondo la Bild lo avrebbe assicurato l'ad di Fiat Marchionne al governatore del Land Nord Reno-Vestfalia

BERLINO - Nessuno stabilimento Opel in Germania sarà chiuso nel caso di acquisto da parte della Fiat. Lo avrebbe assicurato nello scorso fine settimana a Colonia a Jürgen Rüttgers, governatore del Land Nord Reno-Vestfalia, l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Lo scrive oggi il quotidiano tedesco Bild. L'incontro tra Marchionne e Rüttgers è stato confermato da un portavoce della cancelleria del Land, che però non ha voluto fornire dettagli sui contenuti dei colloqui.

IN UN HOTEL - Il Nord Reno-Vestfalia ospita un impianto Opel a Bochum, che dà lavoro a 5 mila persone. Secondo la Bild, Marchionne avrebbe garantito che anche questa fabbrica uscirebbe indenne dal piano di ristrutturazione. Secondo quanto ha riferito il portavoce della regione, l'incontro fra Marchionne e Rüttgers si è tenuto in un hotel di Colonia ed è durato circa un'ora e mezza. L'8 maggio il manager del Lingotto aveva incontrato i governatori dell'Assia e della Renania Palatinato, le regioni tedesche dove si trovano gli impianti Opel di Rüsselsheim e Kaiserslautern. Secondo il quotidiano economico Handelsblatt, Marchionne incontrerà anche il governatore della Turingia, Dieter Althaus, prima del 20 maggio, data ultima per la presentazione del piano Fiat al governo tedesco.

MERKEL - Le trattative per l'acquisto della Opel sono in una "fase decisiva" ha confermato domenica sera la cancelliera tedesca, Angela Merkel (Cdu), nel corso di una trasmissione televisiva in cui ha risposto alle domande del pubblico. In vista della scadenza di mercoledì per la presentazione dei piani al governo tedesco da parte dei potenziali acquirenti della casa automobilistica, la Merkel ha inoltre confermato il suo appoggio alla proposta del ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Cdu), per una temporanea amministrazione fiduciaria della società.

18 maggio 2009

 

 

 

 

 

I rappresentanti dei lavoratori temono un ridimensionamento degli stabilimenti italiani

Marchionne, sì all'incontro con i sindacati

"E gli operai possono stare tranquilli"

L'ad Fiat: "Opportuno un confronto sulle trattative in corso". "Pronto il piano Opel, lo presentiamo il 20"

L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne

L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne

ROMA - "Concordo sull'opportunità di un incontro con il governo italiano e con il sindacato, che si potrà tenere appena sarà possibile ipotizzare una concreta definizione delle trattative in corso". È il contenuto della lettera inviata dall'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, al ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e riportata da un comunicato del Ministero.

GLI STABILIMENTI ITALIANI - In particolare, Fiat si dice disponibile adiscutere del futuro degli stabilimenti italiani non appena si saranno definite le trattative con Opel, la controllata europea di General motors. Nella sua lettera Marchionne scrive di concordare sulla necessità del faccia a faccia e sottolinea come "peraltro abbiamo avuto una riunione ufficiale a Torino a fine aprile" . Dopo aver raggiunto un accordo con l'americana Chrysler, Fiat sta trattando un progetto di integrazione con Opel. I sindacati temono che le mosse della Fiat possa a portare a ridimensionare gli stabilimenti italiani.

I TIMORI DEL MINISTERO - La lettera dell'amministratore delegato di Fiat al ministro arriva in risposta alla missiva inviatagli nei giorni scorsi dallo stesso Scajola, nella quale si sottolineava la centralità delle fabbriche italiane e si preannunciava la convocazione di un tavolo per fare il punto sulle strategie industriali dell'azienda. "La ringrazio - scrive Marchionne a Scajola - per le parole di apprezzamento nei confronti delle iniziative che stiamo portando avanti negli Stati Uniti e in Europa, che intendono assicurare una prospettiva industriale anche al sistema automobilistico italiano, al di là della grave crisi che ha colpito il settore automotive in tutto il mondo".

AGLI OPERAI - In serata, Marchionne ha voluto rassicurare gli operai: "Possono stare tranquilli, perché l'impegno l'abbiamo preso seriamente. Faremo del nostro meglio per cercare di evitare danni che potenzialmente possono essere associati" con l'attuale mercato. Tornando alla partita che si sta giocando per l'acquisizione di Chrysler e Opel, Marchionne ha detto che la sfida "si sta giocando a livello europeo e in quella dimensione bisogna affrontarla. Cercare di risolvere il problema tenendo conto solo della situazione italiana non è possibile. Il problema è più grande di quello che si pensa, ma bisogna avere chiaro che uscirà una Fiat molto più forte". In ogni caso, "il piano per Opel è quasi pronto, lo presenteremo entro il 20 maggio".

15 maggio 2009

REPUBBLICA

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2008-05-18

A Berlino si chiede di farsi carico dei debiti pensionistici Opel e di alcuni degli stabilimenti

Anche in Italia possibili ridimensionamenti. A Scajola: nessun patto sugli incentivi

Fiat: nessun impianto chiuderà

ma i governi devono metterci i soldi

di SALVATORE TROPEA

Fiat: nessun impianto chiuderà ma i governi devono metterci i soldi

TORINO - Prima Berlino e poi Roma. Sono queste le tappe di Sergio Marchionne verso la creazione di quello che potrebbe diventare il secondo gruppo mondiale dell'auto dopo la giapponese Toyota. Non ci sono croci su impianti produttivi ma una ristrutturazione intesa come processo di graduale prosciugamento che eliminerà le eccedenze con la collaborazione dei governi e che si svilupperà in due tempi. Il modello è in parte quello già adottato con la Chrysler e in parte quello sperimentato a Mirafiori. Si comincia dalla Germania mercoledì con la presentazione del piano per la conquista della Opel alla definizione del quale stanno lavorando in questo fine settimana i vertici del Lingotto.

Ma che cosa proporranno i torinesi per convincere la signora Angela Merkel che loro sono in grado di assicurare un futuro alla Opel meglio di quanto non possano fare gli austro-canadesi della Magna con o senza la collaborazione della Gaz dell'oligarca russo Deripaska? Ecco il piano nelle sue linee generali. In sostanza la Fiat farà un'offerta che interesserà tutta la Gm europea per la semplice ragione che essa non avrà come destinatario soltanto il governo di Berlino ma la casa madre Gm di Detroit che, a sua volta, dovrà convincere Washington che questo passaggio va nella direzione dello snellimento che è condizione base per la concessione dei finanziamenti per la sopravvivenza. Non è previsto quindi un piano per la Opel tedesca e uno per il resto dei "possedimenti" Gm in Europa ma un'offerta unica comprensiva di tutti gli impianti Opel, in Germania, Belgio, Spagna, la Saab e la britannica Vahuxall.

Il piano è strutturato in due parti tra loro strettamente legate. La prima prevede che il governo o i governi si prendano carico della parte previdenziale e dunque intervengano a copertura parziale o totale dello scoperto un po' come è stato fatto per la Chrysler negli Stati Uniti. La seconda ipotizza interventi che consentano di ristrutturare gli impianti produttivi mediante una gestione degli esuberi in modo non traumatico ma con l'uso di tutti gli ammortizzatori sociali esistenti o, se necessario, inventati appositamente. Questa seconda prevede anche la possibilità di ridimensionare alcuni siti produttivi mettendo in cantiere, di concerto con governi o amministrazioni locali, il loro riutilizzo sotto altre forme. In altre parole è un po' quello che è già stato sperimentato con successo a Torino con lo stabilimento di Mirafiori quando quattro anni fa Fiat ed enti locali ridisegnarono il futuro del "fabbricone" sottraendolo a un declino annunciato.

Nel piano Opel-Gm non si parla di Italia. Quando Marchionne dice, come ha fatto in questi giorni, che col governo e i sindacati, il caso italiano verrà affrontato dopo aver risolto il problema con Berlino intende semplicemente ribadire che esso fa parte di uno step successivo. Ciò vuol dire che, una volta incassata la Chrysler e accertata la possibilità di "annettersi" anche la Opel, allora sarà possibile discutere di un piano più generale di integrazione che comprenderà l'Italia. Un piano che, come fanno capire al Lingotto, esiste già ma che non avrebbe alcun senso portare in discussione prima di sapere se è nato o meno il grande pool dell'auto che ne costituisce la premessa.

Naturalmente quando si approderà al tavolo romano il discorso dell'intervento finanziario che, sotto diverse forme, dovrà accompagnare la ristrutturazione o prosciugamento varrà anche per l'Italia. E non è quello al quale ieri alludeva il ministro Scajola, affermando nell'intervista a Repubblica, che "Torino si è impegnata a non licenziare quando gli abbiamo dato gli incentivi". Anche la Merkel e Sarkozy hanno fatto ricorso agli incentivi, spiegano al Lingotto, ma i loro progetti per la salvaguardia e il rilancio del settore auto sono finanziariamente un'altra cosa.

(17 maggio 2009)

 

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2009-05-18

 

 

 

 

 

 

 

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